mercoledì 5 gennaio 2011

Il saggio breve

IL SAGGIO BREVE

Il saggio breve si configura come testo di tipo argomentativo e informativo: l’autore affronta una particolare questione, dapprima presentandola in modo completo, poi esprimendo una tesi a riguardo, argomentandola a dovere. Per ovvie ragioni, l’elaborato non deve superare i limiti d’ampiezza imposti dalla prova di esame o dalle varie simulazioni.

I fase (Pre-scrittura o bozza)

- Lettura e analisi dell’argomento da trattare;
- Lettura e analisi della documentazione fornita insieme alla consegna: è fondamentale avere una buona conoscenza della questione per affrontare la traccia in modo coerente e completo
- Scelta della destinazione del testo, in base alle sue finalità (descrivere un fatto o un fenomeno e dimostrare o smentire una o più tesi a riguardo)
- Scelta del registro linguistico adeguato (formale = colto, burocratico, informativo; informale = colloquiale) a seconda del destinatario. Generalmente, in una prova d’esame, è richiesto un registro linguistico ‘colto’ o ‘informativo’
- Prima elaborazione di una o più tesi e scelta delle informazioni utili allo sviluppo della tesi (ricavabili dai documenti di supporto)
- Prima stesura della ‘scaletta’

II fase (Scrittura vera e propria)

- Stesura dello svolgimento dell’elaborato, evidenziando tesi e antitesi
- Stesura dell’introduzione, presentando in breve il corpo del testo, costituito dallo svolgimento
- Stesura della conclusione, riassumendo i dati più significativi dell’intero elaborato
- Scelta del titolo da assegnare al testo complessivo

III fase (Rifinitura)

- Rilettura e correzione dell’elaborato
- Stesura della copia da consegnare, con opportuni accorgimenti grafici
- Rilettura definitiva

Caratteristiche del saggio breve

- Individuare all’inizio il nocciolo del problema, intorno al quale organizzare tutte le informazioni
- Rigore espositivo e argomentativo: cercare di convincere il destinatario con argomentazioni coerenti, ben organizzate secondo i principi di evidenza e razionalità, facendo attenzione ai rapporti di causa-effetto. Spesso è bene ricorrere, in modo sintetico, all’esemplificazione e al confronto tra dati diversi tra loro, per arricchire l’elaborato
- Coesione testuale mediante l’uso di connettivi, fondamentali nei passaggi logici da un’argomentazione all’altra

Il saggio breve è un testo argomentativo basato sull’intento di "dimostrare" una determinata tesi (un’idea-forza) mentre il tema tradizionale è un testo espositivo, in cui i contenuti non sono necessariamente strutturati per un certo obiettivo, ma semplicemente esposti, secondo un criterio personale e senza alcun riferimento ad un lettore implicito diverso dal docente o da una eventuale commissione. Le principali differenze tra saggio breve e tema tradizionale sono le seguenti:

- cambia l’impostazione traccia-contenuto. Non ci troviamo più di fronte ad una traccia a tesi che richiede una riflessione su un dato argomento che ci guida anche nell’esposizione e provvista a priori di una certa mentalità, ma un soggetto da cui è necessario, a seconda della tesi che si vuole dimostrare, "estrarre" la traccia. Ovviamente si tratta di un’operazione preliminare;
perché una dimostrazione sia convincente, è necessario che si appoggi su una serie di prove. Nell’ultimo esame di stato sono state fornite ai candidati delle pezze d’appoggio per ciascun "ambito" (artistico-letterario; socio-economico; storico-politico; tecnico-scientifico).;
il saggio breve deve seguire una scaletta. Tale scaletta può essere esplicita (per paragrafi, per punti) oppure implicita. Deve comunque essere possibile per chi legge l’elaborato comprendere immediatamente che si tratta di un saggio breve, quali sono i suoi passaggi, quali sono le sue conclusioni. A tale proposito si suggerisce di adottare uno schema di tipo classico in questo genere di trattazione:

ü presentazione della tesi;

ü svolgimento delle argomentazioni con compendio di materiali informativi;

ü conclusioni;


il saggio breve deve rispondere a determinati requisiti. Alcuni di questi sono comuni anche alla tipologia del tema tradizionale: la pertinenza, la coerenza e la conoscenza adeguata dell’argomento. Il requisito peculiare del saggio breve è la funzionalità delle argomentazioni alla dimostrazione della tesi: le prove a cui ci si affida devono essere convincenti e pertinenti; tutto ciò che è superfluo o non funzionale alla tesi da dimostrare è da scartare;
il saggio breve, come dice la sua stessa definizione e come si può intuire dal punto precedente, deve essere breve: se la funzionalità è la peculiarità strutturale del saggio breve, la sintesi ne è quella formale. Nel testo del ministero della Pubblica Istruzione si raccomanda di non superare le quattro mezze pagine di foglio protocollo;
il saggio breve ha un lettore implicito che deve essere qualificato: rivista specialistica, fascicolo scolastico ecc. Dalla destinazione prescelta dipendono il tipo di linguaggio, il genere di prove che si adducono, il taglio dell’elaborato (più o meno "scientifico");
privilegiando la funzione conativa a scapito di quella emotiva il saggio breve deve comunque avere un taglio "impersonale": non è consentito ricorrere a formule come "secondo me" o a frasi ad effetto e ed è sempre bene attenersi ad un tono distaccato
Lo schema espositivo
1. enunciazione: inquadrare molto brevemente i termini del problema; presentare la tesi da dimostrare e le maggiori problematiche connesse.

2. percorso critico-informativo: in questa fase, che materialmente è il nocciolo dello scritto, la struttura deve essere chiara e le prove evidenti coerentemente con quanto premesso nell’enunciazione. Nell’esposizione si può affiancare due posizioni contrapposte e criticarle punto per punto lasciando emergere il proprio punto di vista; se il momento informativo è prevalente si può anche limitarsi a esporre i vari argomenti in modo "oggettivo" senza prendere apertamente posizione.

3. conclusione: si conferma brevemente la tesi di partenza. Si può usare una forma di congedo più personale ma senza eccedere perché la funzione persuasiva insita nel modello del saggio breve non è quella di vendere qualcosa.

In ordine alla distribuzione delle idee-informazioni, non dimenticare mai il lead, cioè l’inizio che corrisponde alle prime cinque-dieci righe dell’articolo. Il lead è dunque il nucleo centrale dell’argomento che s’intende trattare.

Per farsi capire si useranno termini comunemente adoperati dalla maggior parte delle persone, cioè quelli del lessico italiano di base.

Quanto alla struttura del periodo, si consiglia di preferire una costruzione il più possibile lineare, essenziale, magari elementare. È opportuno limitare le parti del discorso a venti-venticinque parole, articoli e preposizioni inclusi, per non mettere mai il lettore in condizioni di perdere il filo.

È necessario, infine, evitare gli incisi, le elencazioni meticolose, le lunghe citazioni, perché disturbano la semplicità lineare della frase, rischiano di appesantirla dandole un andamento tortuoso: in poche parole annoiano.

Il saggio breve non si incomincia a scrivere subito, appena letta la traccia, come si faceva e si fa per il tema tradizionale, ma si inizia a scrivere soltanto dopo che si è raccolta la necessaria documentazione.

Le difficoltà e gli equivoci nascono quasi subito. Infatti è obbligatorio, fare ricorso ad una documentazione, a sua volta allargabile con ulteriori ricerche personali e comunque sorretta dalla possibilità di adoperare il manuale o altri testi di appoggio come quelli qui allegati.

Solitamente si può fare affidamento su tre citazioni, di una decina di righe ciascuno, dove viene portata acqua a tesi contrapposte, in modo da stimolare direttamente la pratica argomentativa.

A differenza di un tema, il s.b. non richiede una introduzione. Si potrà entrare subito in medias res, perché si dà per scontato che il lettore medio, cui s’indirizza il nostro testo, conosca l’argomento

Si consiglia l’uso del presente storico, cioè della forma verbale assertiva per eccellenza. Meglio se il presente storico è confortato da una terza persona impersonale, sostituita dal pronome Io soltanto nella parte conclusiva del lavoro, laddove sarà bene mettersi in campo direttamente, con una valutazione personale piuttosto energica.

Il saggio breve non è un esercizio retorico, né un comizio, né una prova di virtuosismo stilistico-letterario: i puntini di sospensione, le esclamazioni, le troppe domande retoriche non avranno molti diritti di cittadinanza nel s.b.; alla fine si conteranno, verrebbe da dire "si peseranno" altri coefficienti nella valutazione: la stringatezza, l’efficacia riassuntiva, la capacità di citare senza dilungarsi e senza offrire il destro all’accusa di plagio (la cosiddetta ars citandi non gode di molta fortuna nelle aule scolastiche, sebbene richiederebbe un laboratorio a sé). Citare due-tre righe dal documento offerto va bene, riportare l’intero brano è pura follia. E così ancora: vi sono autori che per puro senso di buon gusto non si citano (per es. un presentatore di varietà televisivo non è autorevole quanto un uomo politico, nell’economia del s.b); una citazione vaga e indistinta è come non esistesse, anzi diventa controproducente …

Il s.b. esige un minimo di serietà professionale, ma non esclude, ove necessario, il ricorso agli strumenti della polemica, ai toni accesi del dibattito culturale, se l’argomento lo richiede e soprattutto se si hanno argomenti adeguatamente documentati da mettere sul piatto della bilancia.

Il tono e il registro dovranno essere quelli di un buon manuale o, appunto, di un saggio d’autore. Per questo è fondamentale l’esercizio propedeutico della lettura di s.b. scritti da saggisti di professione .

Non si improvvisa mai, tanto meno un s.b. Se prima di arrivare alla prova non si sono letti un po’ di s.b. "d’autore" non si farà dunque molta strada.

Nessun commento:

Posta un commento