giovedì 17 settembre 2009

come si scrive un articolo di giornale

COME SI SCRIVE UN ARTICOLO DI GIORNALE


L’articolo di giornale è principalmente un testo che informa su una notizia, che racconta un fatto, cercando di esporre il maggior numero di elementi necessari a capirlo; può essere più o meno lungo, a seconda dell’importanza della vicenda descritta, ma deve mettere in grado il lettore di comprendere chiaramente il tema trattato.
Fase 1. Collocazione dell’articolo
Un giornale è una struttura complessa, composta da varie parti: prima di scrivere un articolo si deve pertanto decidere in quale di queste parti collocarlo.
In generale le pagine dei giornali sono così suddivise:
_ Politica interna: si occupa degli avvenimenti politici nazionali: scontro tra i partiti, battaglie per far approvare le leggi, conflitti sindacali, nomine dei vertici delle più alte istituzioni dello Stato ecc.
_Politica estera: si occupa degli avvenimenti politici degli altri paesi, e viene redatta generalmente dai corrispondenti (residenti nel paese straniero) o dagli inviati (che si recano in un paese straniero quando si verifica un fatto importante da seguire) o tramite le notizie che vengono fornite dalle agenzie di stampa.
_ Cronaca (dal latino chronica, «annali»): è la narrazione degli avvenimenti registrati secondo la loro successione nel tempo. In termini giornalistici, si riferisce al resoconto dei fatti di vita quotidiana locali, nazionali o internazionali di maggior rilievo. Si divide in cronaca bianca, che tratta di avvenimenti importanti per i cittadini sotto il profilo economico, culturale, sociale ecc.; cronaca nera, che riguarda i delitti, i crimini e i fatti di sangue in generale; cronaca giudiziaria, che riguarda l’andamento dei processi e delle inchieste; cronaca mondana, che riporta le notizie relative ai personaggi famosi; cronaca rosa, che si occupa di notizie di tipo sentimentale e commovente; cronaca locale, che riporta le diverse notizie riguardanti la vita cittadina, comprese le informazioni di pubblica utilità.
_ Cultura: contiene le notizie relative al mondo culturale, gli articoli di critica letteraria, le interviste a romanzieri, filosofi, artisti, docenti universitari, i dibattiti su problemi di ordine scientifico, storico, sociologico ecc., ma anche brevi estratti di opere, racconti o poesie. In passato gli argomenti culturali venivano trattati nella terza pagina, per questo la parte del giornale che se ne occupa viene detta «Terza pagina» o anche «elzeviro», che era l’articolo di fondo della pagina culturale e veniva composto con un carattere elegante, coniato dagli stampatori olandesi Elzevier.
_ Scienze: descrive le innovazioni tecnologiche e le scoperte scientifiche.
_ Sport: riporta gli avvenimenti delle varie discipline sportive; data l’importanza dello sport nella società moderna, le pagine sportive hanno avuto uno sviluppo sempre più ampio.
_Spettacoli: riporta le novità del mondo dello spettacolo, dal cinema al teatro, dalla musica alla televisione. È in queste pagine che si trovano l’elenco dei programmi televisivi, le recensioni, cioè i giudizi sulle opere teatrali, cinematografiche, teatrali e musicali, che servono a orientare le scelte dei lettori, ma anche a influenzarne le preferenze.
_ Economia e finanza: riferisce i fatti del mondo economico e finanziario, gli avvenimenti più rilevanti che riguardano le banche e le maggiori imprese, l’andamento della produzione, i listini di Borsa e i cambi delle principalimonete estere.

Fase 2. Raccolta delle notizie
Le fonti da cui i giornalisti traggono le informazioni sono le istituzioni, le forze dell’ordine, le aziende. Molte notizie vengono raccolte dalle agenzie di stampa, ma per approfondire l’argomento il giornalista deve svolgere ricerche, inchieste, investigazioni. Nel caso di una prova scolastica, le informazioni vanno desunte dal testo di storia, dai documenti, dalle ricerche (su enciclopedia, Internet), dalle interviste e dai libri (di letteratura, storia, filosofia, economia, geografia, sociologia ecc.).
Fase 3. Preparazione della scaletta
Dopo aver raccolto le notizie, si prepara una scaletta dei temi da trattare per chiarire l’argomento, ponendoli nell’ordine in cui si vogliono presentare al lettore, con una concatenazione logica che leghi i vari punti tra loro. È bene preparare due tipi diversi di scaletta: una relativa alla struttura dell’articolo, una relativa alla trattazione vera e propria. L’ordine della struttura dell’articolo dovrebbe rispettare lo schema classico,
diviso in tre parti:
1. l’inizio (detto anche «attacco» o lead, cioè l’introduzione),
2. lo sviluppo
3. la conclusione, o «chiusura».

a) Attacco o introduzione dell’argomento: esposizione degli elementi utili a riassumere il senso e ad evidenziare la rilevanza dell’argomento trattato. L’introduzione dovrebbe indurre il lettore a provare interesse al tema e quindi a proseguire nella lettura dell’articolo. È quindi necessario che le prime frasi siano chiare, accattivanti e capaci di presentare l’argomento in modo sintetico.
Oltre alla notizia, l’introduzione potrebbe contenere le ragioni per cui si affronta l’argomento.

b) Sviluppo del tema: è la trattazione vera e propria dell’argomento, che deve mettere il lettore in grado di conoscere tutte le vicende ad esso relative
c) Conclusioni: la sintesi conclusiva può contenere le opinioni personali di chi scrive, le proposte, una previsione dei possibili sviluppi o la messa in luce delle diversi implicazioni relative al fatto.

Svolgimento
Nel testo che si costruisce per sviluppare l’argomento vi dovrebbe essere una chiara distinzione tra la presentazione dei fatti e quella delle opinioni e dei diversi punti di vista sull’argomento. È molto importante, infatti, che le opinioni di chi scrive l’articolo siano il più possibile separate dai fatti, in modo da permettere al lettore di farsi un’idea precisa dell’avvenimento. D’altra parte, tutti i giornali esprimono una linea politica che è quella del direttore o della proprietà della testata e questo influenza l’esposizione di alcuni fatti. Inoltre, non è sempre facile tenere separato il proprio punto di vista dalla stesura dei fatti: spesso infatti bastano un aggettivo, una sottolineatura, una maggiore o minore evidenziazione di alcuni elementi per far trasparire la propria opinione sull’argomento.
Non esiste una narrazione imparziale ed oggettiva: se però si prendono in considerazione i diversi aspetti di un problema e i diversi punti di vista, si può fornire una presentazione il più possibile completa dell’argomento, in modo che il lettore possa formarsi una propria opinione personale. È bene anche tenere presente che una visione soggettiva dei fatti può essere molto interessante, in quanto più coinvolgente e partecipata, purché si fondi su elementi certi e documentabili.
1. Presentazione dei fatti
Gli articoli devono riportare i fatti in modo chiaro ed esauriente. Secondo il modello classico, derivato dal giornalismo anglosassone, l’articolo deve contenere, fin dall’inizio, le risposte alle cinque W, le iniziali delle seguenti parole
inglesi, corrispondenti ad altrettante domande:
Who? (chi?): chi sono i personaggi coinvolti?
– What? (che cosa?): che cosa è accaduto?
– Where? (dove?): dove si è svolto il fatto?
– When? (quando?): quando si è verificato il fatto?
Why? (perché?): quali sono le cause che hanno provocato o favorito il fatto?


Si può rispettare questa indicazione in modo elastico, tenendo però presente che la risposta a queste domande ci permette di collocare precisamente l’argomento e di chiarirne subito al lettore i suoi elementi essenziali. La costruzione dell’articolo deve basarsi su una chiara concatenazione logica dei punti trattati e non limitarsi ad una lista di informazioni (o nozioni) messe un in fila una dopo l’altra. È importante, per questo, costruire una scaletta che rispetti l’ordine cronologico oppure l’ordine causale (causa-
effetto). Per costruire l’articolo si devono individuare le frasi chiave, quelle cioè che delineano la spiegazione/presentazione dell’argomento e che si desumono dal materiale su cui ci si documenta. È possibile procedere in vario modo:
– evidenziando le parole e le frasi chiave dal materiale di documentazione;
– costruendo una lista di punti chiave, da trattare come altrettanti titoletti dei paragrafi del testo da preparare;
– facendo una breve sintesi del materiale di documentazione e seguendo
questa traccia per sviluppare l’argomento.
Dopo la stesura del testo si procede alla correzione per controllare:
– gli errori ortografici;
– i tempi dei verbi: si può scegliere il presente storico, presentando i fatti passati come se avvenissero nel presente, oppure il passato prossimo, passato remoto, imperfetto; si può fare ricorso anche al futuro, in riferimento ad avvenimenti già avvenuti, ma successivi al momento in cui ci si colloca idealmente.
– la completezza;
– la concatenazione logica tra le varie parti (temporale, causale, consecutiva,
avversativa ecc.).
2. Presentazione delle opinioni
Per capire più a fondo le diverse implicazioni di un fatto è opportuno evidenziare le varie opinioni che si possono avere su di esso. Le opinioni possono essere inserite all’interno dello svolgimento o alla fine: basta che sia sempre ben chiaro che si tratta di un commento, di cui è necessario chiarire la fonte, cioè la persona che lo formula. Un testo giornalistico può esporre l’opinione di chi scrive: è il caso di giornalisti prestigiosi i cui articoli si leggono proprio per sapere cosa l’autore pensa su quel determinato argomento.
L’attitudine a vedere gli accadimenti da differenti punti di vista e di esprimere le proprie considerazioni e commenti personali dimostra senso critico e capacità di analisi. Se costruiamo un articolo su un evento storico, è necessario quindi riferire la fonte, cioè il documento da cui abbiamo tratto i diversi punti di vista critici e di cui si possono riportare le citazioni, che vanno sempre poste tra virgolette.
Fase 5. Scelta del titolo
Al titolo è affidato il compito di far capire immediatamente l’argomento trattato e di invogliare alla lettura dell’articolo: è quindi un elemento importante, a cui prestare molta attenzione. Per la sua evidenza grafica, il titolo balza subito agli occhi e deve quindi dare in breve l’idea di ciò che è contenuto nel testo. Deve inoltre facilitare il lettore nella ricerca di una determinata notizia, per cui deve essere chiaro e accattivante allo stesso tempo, contenere tutte le informazioni necessarie per illustrare l’argomento, ma allo stesso tempo presentarle in modo originale e attraente. Deve essere, insomma,
denotativo e connotativo.
Il titolo è in genere preceduto dall’occhiello e seguito dal catenaccio ( sommario), che possono completare il contenuto informativo del titolo (luogo, personaggi coinvolti, arco di tempo ecc.). Sotto il titolo in genere vi è il sommario, formato da diverse righe, che ha il compito di chiarire l’argomento trattato, riportando in sintesi le informazioni più importanti contenute nell’articolo.
La scelta del titolo viene fatta in genere ad articolo concluso, quando sono chiari tutti gli elementi presenti del testo, in modo da essere ben sicuri che il titolo corrisponda a ciò che si è scritto.
Per attirare l’attenzione del lettore, il titolo deve coinvolgerlo emotivamente.
Ecco perché in molti casi gli articoli non si limitano a informare, ma cercano di stuzzicare l’interesse con frasi ad effetto, che fanno leva sugli stati d’animo del lettore. Si può così fare una distinzione tra titoli freddi, puramente informativi, e titoli caldi, che suscitano sentimenti ed emozioni.

analisi del testo poetico

Analisi di un testo letterario in versi
LIVELLO METRICO- RITMICO E FONETICO

Il verso
La poesia è composta di versi, caratterizzati da un numero di sillabe, un certo ritmo ed un certo schema metrico.
Per calcolare il numero delle sillabe bisogna tener presente l’eventuale presenza dei seguenti fenomeni:
- sinalefe: quando s’incontrano due parole, di cui una termina e l’altra comincia per vocale, sono considerate come un’unica sillaba (ad esempio Dolce e chiara è formato da quattro sillabe)
- dialefe: è il fenomeno opposto alla sinalefe.
- dieresi, che viene indicato graficamente con il simbolo ¨ (due vocali consecutive che formano dittongo entro una parola vengono pronunciate distinte: contano come due sillabe) es. quï-e-te
- sineresi: è il fenomeno opposto, in una parola, due vocali che normalmente corrispondono a due sillabe contano come un’unica sillaba. Es ar-mo-nia.
L’accento
- presenza di versi tronchi o sdruccioli (l’ultimo accento deve essere sulla penultima sillaba: se l’ultima parola è tronca deve essere computata nel verso una sillaba in più, se è sdrucciola una in meno)
I versi prendono la propria denominazione dal numero di sillabe
- senario (il morbo infuria – fratelli d’Italia)
- setterario (la pargoletta mano)
- ottonario (quant’è bella giovinezza)
- novenario (e s’aprono i fiori notturni)
- decasillabo (s’ode a destra uno squillo di tromba)
- endecasillabo (nel mezzo del cammin di nostra vita)

Il ritmo di un verso o di un componimento è determinato da accenti, cesure, enjambement.
L’enjambement (o inarcatura) è la mancanza di corrispondenza tra metro e sintassi: ciò avviene quando due parole grammaticalmente collegate (ad esempio aggettivo e sostantivo) si trovano in versi successivi.
L’enjambements può suscitare effetti diversi:

Ø il primo effetto è quello di dilatare il ritmo del componimento
Ø altro effetto è quello di porre in particolare rilievo le parole che vengono separate in modo innaturale (“perché gli occhi dell’uom cercan morendo il Sole…” in “Dei Sepolcri” di Foscolo. La parola “Sole”, rimanendo isolata, si carica di significato)
Ø
La rima è una “figura retorica di suono” assai presente nella poesia italiana, dalle origini fino a tutto l’Ottocento. Consiste nell’identità, dalla vocale tonica (accentata) in poi, dei suoni con cui terminato le parole finali di due versi.
La rima può essere:
- ipèrmetra : quando l’ultima sillaba di una parola è in più rispetto alla misura del verso
es veccia
intrecciano;
- imperfetta: quando non tutti i suoni sono uguali:
a) assonanza, identità delle vocali finali es. interinati/sovrumani ( a- i a- i)
b) consonanza, identità delle consonanti es. piante/acanti ( nt - nt)
- interna o rimalmezzo, quando lega parole interne al verso
Es. Spesso ………………incontrato (ato)
Era il rivo strozzato che gorgoglia (ato)
Ricordiamo almeno i tipi presenti nel sonetto:
- baciata (AABB)
- alternata (ABAB)
- incrociata (ABBA)
- incatenata (ABA BAB)
- ripetuta (ABC ABC)
- invertita (ABC CBA
)
Il verso può essere inoltre:
- sciolto, se mantiene la misura ( numero delle sillabe, accenti, cesure), ma evita la rima;
- libero, se non osserva nessuna regola di misura né di rima.
I versi sono generalmente raggruppati in strofe, le principali delle quali sono:
il distico (due versi), la terzina (3), la quartina (4), la sestina (6) l’ottava (8).
- Il sonetto è un componimento poetico formato da due quartine e due terzine di endecasillabi.
- La canzone: componimento formato da endecasillabi e settenari con schema fisso per ogni stanza
- Fronte due piedi
- Concatenazione
- Sirima due volte
………..
- Congedo
- L’ode: canto lirico di varia forma metrica. Ogni strofa comprende sei versi settenari. Il
1= sdrucciolo; 2= piano; 3= sdrucciolo; 4= piano; 5= sdrucciolo; 6=tronco
( e fa rima con il verso finale della strofa successiva)
- La ballata.: componimento di più strofe intervallate da un ritornello o ripresa
LIVELLO FONETICO
a) figure di suono
paronomasia
Figura morfologica che si produce accostando due parole simili per suono, ma diverse per significato
Avara, amara
onomatopea
Parola che tende a riprodurre o a imitare il suono o il rumore naturale
Gre gre. Brum brum
Toc toc
figura etimologica
Si produce quando c’è una somiglianza di suoni per appartenenza alla stessa radice lessicale
Selva selvaggia
assonanza
corrispondenza delle vocali delle parole finali di due versi
Aere ( e- e)
inquiete
consonanza
corrispondenza delle consonanti delle parole finali di due versi
parlotta
la maretta
allitterazione
ripetizione dello stesso suono all’inizio o all’interno di parole vicine
quello spirto guerrier ch’entro mi rugge


LIVELLO SINTATTICO
Dal punto di vista sintattico, il discorso poetico può essere
paratattico
Sintassi semplice, periodi brevi e prevalenza di frasi coordinate
Dolce e chiara è la notte e senza vento
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
ipotattico
Sintassi complessa, con periodi ampli e ricchi di subordinate
Forse perché della fatal quiete
Tu sei l’imago a me si cara vieni
O sera! E quando ti corteggia liete

Asindeto
Frasi semplicemente accostate
Solo l’amare, solo il conoscere
Conta, non l’avrei amato
Non l’avrei conosciuto
Polisindeto
Frasi unite da congiunzioni
Intanto io chieggio
Quando a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo
climax
disposizione di termini in ordine di intensità crescente o decrescente (anticlimax)
si attenua, si smorza, si spegne; sospiri, pianti ed alti guai.
inversione
ogni scostamento dall’abituale struttura della frase. Abbiamo in particolare l’iperbato se sono inserite parole tra due termini strettamente collegati; anastrofe negli altri casi
iperbato: l’acque cantò fatali; o belle agli occhi miei tende latine
anastrofe: sempre caro mi fu quest’ermo colle
chiasmo
disposizione sintattica di quattro elementi in cui l’ordine delle parole del secondo gruppo è invertito rispetto al primo ( disposizione incrociata o a X)
chiasmo semantico: le donne, i cavallier, l’armi, gli amori
chiasmo grammaticale: odi greggi belar, muggire armenti
parallelismo
disposizione simmetrica di diversi elementi della frase
Dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno
Anafora o ripetizione
ripetizione di una o più parole all’inizio di versi o strofe
Per me si va…
Per me si va…
Epifora o ripetizione
ripetizione di una o più parole alla fine di versi o strofe
Dormi
Dormi
Dormi
refrain
Ripetizione di alcuni versi che legano le diverse strofe
Zeugma
Attribuzione impropria di un unico verbo a diversi elementi del discorso
Parlar e lacrimar vedrai insieme
(parlare = udire)( lacrimare = vedere)

LIVELLO SEMANTICO –LESSICALE
c) di significato
similitudine
paragone tra due immagini; istituisce rapporto di somiglianza tra due elementi
Come il sole
metafora
Trasferimento del significato di una parola a un’altra stabilendo collegamenti per analogie o somiglianza ( similitudine abbreviata senza come)
capelli d’oro, nebbia di latte
collo della bottiglia
piedi del tavolo
fianchi del monte
analogia
accostamento di immagini prive apparentemente di rapporto logico (percepibili intuitivamente)
pigolio di stelle, stagno di buio
sinestesia
unione di elementi appartenenti a campi sensoriali diversi
urlo nero, profumo verde, parole fresche
metonimia
sostituzione di una parola con altra avente con la prima un rapporto logico (causa-effetto; astratto-concreto; contenente-contenuto; autore-opera; materia-oggetto)
talor lasciando le sudate carte (c-e)
arroganza della nobiltà (a-c)
bere un bicchiere di vino (c-c)
leggere Dante (a-o)
prese il ferro (=spada) (m-o)
sineddoche
Esprimere un’idea per mezzo di un’altra (parte per il tutto o tutto per la parte)
vedere una vela (=imbarcazione); saluto i tetti (=le case)
ossimoro
unione nella stessa immagine di due termini di significato opposto
Vergine madre, autunnale maggio, tacito tumulto, dolce dolore
antitesi
accostamento di due immagini di significato opposto
odio-amore, pace-guerra
Iperbole
Usare parole esagerate per esprimere un concetto
È un secolo che ti aspetto
Litote
Esprime un’idea attraverso la negazione del contrario
Non posso dimenticare = devo ricordare
Non è uno sciocco = è furbo
Antitesi
Accostare parole o concetti opposti
Ardo e son ghiaccio
ellissi
Omissione intenzionale di un elemento necessario ad una costruzione sintattica completa
Io abito il mio cervello
Come un tranquillo possidente le sue terre
(abita)
Ironia
Affermare una cosa intendendo il contrario
Capellone = ad un calvo
Perifrasi
Usare un giro di parole
Colui che governa ogni cosa = Dio
Antonomasia
Sostituire una nome comune con una nome proprio
Sei un Einstein = sei un genio
La rossa = la Ferrari
Analisi di un componimento poetico

Introduzione

Nome dell’autore e della raccolta, anno e circostanze storiche di composizione, anticipazione del contenuto essenziale
Contenuto
Parafrasi ( puntuale: in prima persona)
Commento
Parafrasi interpretativa ( in terza persona ) o sintesi interpretativa del senso connotativo della poesia, valutazione del messaggio del poeta e della sua ideologia; giudizio personale motivato sull’efficacia del testo rispetto agli scopi dell’autore
Analisi del testo

Analisi del testo secondo i livelli strutturale, lessicale, metrico, fonetico, retorico. Analisi del titolo
Contestualizzazione

1) la biografia dell’autore, 2) la poetica dell’autore , 3) i rapporti con le altre opere dell’autore 4) i rapporti con altre opere di autori diversi che richiamino tematiche o strutture analoghe5) i rapporti con la tradizione e con i movimenti letterari del tempo6) i rapporti con il contesto storico – culturale del tempo

analisi narratologica

OPERAZIONI DI ANALISI NARRATOLOGICA
Fabula e intreccio
· Riassumi in poche parole la fabula e l’intreccio, evidenziando eventuali differenze e discordanze.
Schema narrativo
· Identifica nel testo i principali elementi dello schema narrativo tradizionale.
· Se la narrazione non corrisponde allo schema tradizionale, descrivi la particolare modalità utilizzata dall’autore.
Sequenze

· Identifica le sequenze, distinguendo le sequenze della fabula da quelle dell’intreccio.
· Identifica la tipologia delle sequenze.
PERSONAGGI
Personaggi

· Identifica i ruoli dei personaggi principali.
· Descrivi sinteticamente la caratterizzazione (fisica, psicologica, ideologica, sociale, culturale ecc.) dei personaggi.
· Riconosci personaggi “a piatto” o “a tutto tondo”.
· Prova a ricostruire nel testo narrativo analizzato un “sistema dei personaggi”.
TEMPO, SPAZIO, INVENZIONE E REALTÀ
tempo

· Indica quale rapporto vi sia tra il tempo della fabula e il tempo dell’intreccio.
· Descrivi l’ordine di successione degli avvenimenti.
· Indica eventuali prolessi o flash-back o ellissi narrative.
· Indica la durata degli avvenimenti e la loro velocità.
spazio
· In quale spazio è ambientata l’opera narrativa? In quale rapporto sta l’ambientazione con la vicenda narrata?
invenzione e realtà

· Definisci il rapporto tra invenzione e realtà (realistico, grottesco, caricaturale, fantastico ecc.).
NARRATORE, PUNTO DI VISTA, TECNICHE NARRATIVE, USI LINGUISTICI E STILISTICI
Narratore
· Definisci se il narratore è interno o esterno.
Punto di vista
· Definisci il tipo di focalizzazione nel testo narrativo analizzato.
Tecniche narrative
· Riconosci nel testo analizzato una o più tecniche del discorso.
Usi linguistici e stilistici
· Analizza le scelte sintattiche, lessicali, retoriche dell’autore.

mercoledì 16 settembre 2009

ANALISI DEGLI ELEMENTI DEL TESTO NARRATIVO

Elementi narratologici:
· il rapporto e la distinzione tra la fabula (o storia) - intesa come insieme degli avvenimenti susseguentisi secondo il normale ordine cronologico - e l’intreccio (o discorso), cioè l’organizzazione data dal narratore a tali avvenimenti;
· lo schema narrativo, che nei romanzi tradizionali è pressoché fisso, con situazione iniziale di equilibrio (detta esordio) che viene turbata (per esempio, l’intervento dei bravi per mandare a monte il matriìmonio di Renzo e Lucia ne I Promessi Sposi), varie peripezie, in un crescendo di tensione che raggiunge il massimo (detto Spannung, per esempio, sempre ne I Promessi Sposi, il rapimento di Lucia), fino alla conclusione che ristabilisce un equilibrio (detto scioglimento, non necessariamente positivo);
· l’articolazione del racconto in sequenze, cioè in segmenti narrativi di contenuto unitario e di senso compiuto. Si distinguono le sequenze della fabula, cioè le singole parti o porzioni di cui essa è composta, dalle sequenze dell’intreccio, che contengono elementi in aggiunta o anche insignificanti ai fini della fabula, ma significativi nelle intenzioni dell’autore. Le sequenze, inoltre, possono avere carattere dinamico, quando “movimentano” la narrazione, o statico, quando non si riferiscono ad avvenimenti ma “si soffermano” per descrivere o dare spiegazioni o argomentare, esprimere riflessioni ecc.

· personaggi: reali o immaginari, “a piatto”, “a tutto tondo” ecc.; in base al ruolo svolto nelle vicende si distinguono
· il protagonista, cioè la figura principale, al centro dell’azione,
· l’antagonista, cioè colui che contrasta l’azione del protagonista,
· l’oggetto, cioè il personaggio oggetto dell’interesse del protagonista,
· l’aiutante, colui che agevola il protagonista o l’antagonista,
· le figure secondarie e le comparse.
L’insieme delle relazioni esistenti tra i personaggi può dar luogo a un “sistema dei personaggi” nel quale ciascuno non ha significato per sé, ma in relazione agli altri.

· tempo: bisogna distinguere fra
o tempo della storia, in cui si svolgono i fatti narrati (che, se nel testo vi sono sufficienti indicazioni, si può calcolare),
o e tempo del discorso, che è il tempo presentato dal narratore (per esempio…).
I rapporti fra tempo della storia e tempo del discorso variano per ordine e durata:
o l’ordine di successione degli avvenimenti nel discorso può coincidere o meno con quello della storia: quando non coincide si hanno fenomeni di
· anticipazioni (prolessi: per esempio….)
· o di ritorni indietro (flash-back o analessi: per esempio il racconto della vita della Monaca di Monza ne I Promessi Sposi);
o la durata degli avvenimenti può coincidere in intreccio e fabula, oppure variare, con rallentamenti o accelerazioni del tempo narrativo rispetto a quello reale (velocità narrativa), o sospensioni (ellissi narrativa: per esempio….);
· spazio: la rappresentazione dello spazio può assumere valore oggettivo (come in …) o simbolico (come in …); può servire da sfondo alla storia oppure interferire con essa (per esempio …) o addirittura avere un ruolo determinante (in …) ; può essere unitaria nel corso della narrazione, oppure variare;
· invenzione e realtà: si intende il rapporto creato dall’autore tra la sua invenzione artistica e l’esperienza reale, che può esprimersi in modi diversi, per esempio come:
o rispecchiamento realistico di situazioni vere (per esempio in …),
o deformazione grottesca o caricaturale (vedi …),
o invenzione di mondi fantastici o inverosimili (come in …) ecc.

· narratore: cioè la voce cui è affidata la funzione di narrare la storia, può essere
o assente dalla storia (come ne I Promessi Sposi); questo tipo di racconto è detto “eterodiegetico”;
o presente come personaggio della vicenda (protagonista, come nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis o nella Coscienza di Zeno o nel Fu Mattia Pascal; oppure non protagonista come il giovane Adso nel Nome della rosa); questo tipo di racconto è detto “omodiegetico”.
Può essere inoltre:
o esterno al racconto e onnisciente, in quanto conosce tutto della materia narrata, i suoi precedenti, i suoi sviluppi ecc. e ed è in grado di giudicare da un punto di vista superiore (come nel caso de I Promessi Sposi);
o interno al racconto e calato in tanti punti di vista e livelli di conoscenza dei fatti quanti sono i personaggi (come nel caso de I Malavoglia);
· punto di vista: o focalizzazione, è la prospettiva scelta dal narratore per raccontare una storia ed esprime il suo livello di conoscenza delle vicende narrate. Può essere di tre tipi:
o focalizzazione zero: il narratore (onnisciente) conosce tutta la storia, lo sviluppo delle vicende, gli stati d’animo dei personaggi, esprime giudizi ecc. (come ne I Promessi Sposi);
o focalizzazione interna: il narratore riferisce quanto apprende dai suoi personaggi e quindi costruisce la storia a poco a poco attraverso i punti di vista di uno o più personaggi (come ne I Malavoglia);
o focalizzazione esterna: il narratore ignora aspetti fondamentali della vicenda e si “eclissa”, limitandosi a registrare ciò che oggettivamente vede, senza manifestare giudizi o commenti (come nel romanzo giallo);
· tecniche narrative: per esprimere voce e pensieri dei personaggi sono utilizzate varie tecniche:
o discorso diretto (o “scena” o “citazione”), tipico della focalizzazione esterna, è introdotto di solito da un verbo dichiarativo;
o nel discorso diretto libero, invece, è omesso il verbo dichiarativo e le parole dei personaggi sono riferite direttamente come in un testo teatrale
o il discorso indiretto è quello in cui il narratore riferisce discorsi e pensieri dei personaggi dal suo punto di vista; è introdotto da un verbo dichiarativo + la congiunzione subordinante; è tipico della focalizzazione zero con narratore onnisciente;
o nel discorso indiretto libero sono omessi verbi dichiarativi e congiunzioni subordinanti e discorsi e pensieri dei personaggi sono inseriti nella narrazione e si confondono con quelli del narratore; è tipico della focalizzazione interna.
Vi sono poi due tecniche tipiche delle narrazioni novecentesche:
o il monologo interiore, con cui un personaggio esprime i suoi pensieri, a voce alta o mentalmente, senza riorganizzarli in sequenze temporali o logiche;
o il flusso di coscienza, in cui pensieri, idee, ricordi, associazioni mentali sono riportati così come si presentano, senza alcuna rielaborazione razionale.
· usi linguistici e stilistici: l’autore, in base alle sue personali opzioni ideologiche ed estetiche e all’ambientazione del testo, alla caratterizzazione culturale e sociale dei personaggi, al contesto storico, sceglie il registro linguistico e stilistico (tra formale o addirittura aulico, medio e informale: cfr. A3) e di conseguenza può variare nelle scelte sintattiche (ad esempio, uso dei tempi verbali, costruzione del periodo a prevalenza paratattica o ipotattica ecc.), nelle scelte lessicali (uso di arcaismi o tecnicismi, di termini dialettali ecc.) e nell’uso delle figure retoriche (cfr, supra).